Mi riferisco alla "uscita" del Presidente di Confindustria Squinzi su "La Nazione" e alla sua affermazione:"E' assolutamente più importante intervenire sulla tassazione del lavoro che sulla casa..."; è una «battaglia» di retroguardia quella di farsi la guerra fra categorie. Se si vuole la crescita bisogna partire dal concetto che essa può derivare solo da uno sforzo comune e dal riconoscimento del ruolo che ogni operatore svolge, senza strumentalizzare a proprio vantaggio un’alternativa fra lavoro e immobiliare che non esiste nel modo più assoluto, specialmente se si considera che quello dell’edilizia è il settore che muove certamente più indotto di ogni altro. La crescita richiede poi, in special modo, fiducia, come l’esperienza di Einaudi nell’ultimo dopoguerra dimostra, e l’abolizione dell’Imu è il solo provvedimento che avrebbe un effetto psicologico moltiplicatore senza pari. Al proposito, si consideri solo che la Confedilizia calcola che vi siano in Italia 700/800 mila unità immobiliari che non possono essere riattate, e restano quindi inutilizzate, per mancanza di fondi da parte della proprietà.